Il prossimo 9 ottobre 2022 ricorrono i cinquant’anni dalla scomparsa di Giuseppe Capogrossi (1900-1972), considerato, insieme a Lucio Fontana e ad Alberto Burri, le radici dell’arte italiana nella seconda metà del Novecento. Il suo segno iconico, che articola lo spazio della superficie pittorica, concepito come un campo attivo, è stato un forte elemento di riflessione per le generazioni successive.

Giuseppe Capogrossi

Nel 1955 nel catalogo di un’esposizione al MoMA di New York, Capogrossi definisce il nucleo della sua poetica artistica, riferendosi anche alla sua produzione figurativa tesa da una forte astrazione di fondo: «(…) i segni non sono necessariamente l’immagine di qualcosa di visto, ma possono esprimere qualcosa che è dentro di noi, forse la tensione che deriva dall’essere immerso nella realtà».
La Fondazione Archivio Capogrossi intende ricordare l’anniversario della scomparsa del pittore romano con un’importante manifestazione:

CAPOGROSSI NEI MUSEI E NELLE ISTITUZIONI IN ITALIA

Per la manifestazione la nostra Fondazione ha coinvolto circa quaranta, tra Musei e Istituzioni pubbliche e private che possiedono nelle loro raccolte una o più opere di Capogrossi, per rendere omaggio all’artista con una mostra diffusa sul territorio nazionale, da tenersi durante il prossimo mese di ottobre 2022.
Siamo lieti dell’adesione della Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma, che nel tempo ha seguito con attenzione l’attività di Capogrossi e oggi ha nelle sue collezioni quasi quaranta opere, tra tele, gouache e arazzi. Sarà organizzata una mostra con una selezione da quel nucleo, in grado di tracciare in modo incisivo la straordinaria parabola dell’artista. Saranno impiegati anche documenti e materiali bibliografici del Fondo Capogrossi e da altri presenti nell’Archivio storico della Galleria e nella nostra Fondazione, in modo da creare una forte corrispondenza visiva tra le opere d’arte e i documenti, al fine di dare luogo a una mostra concepita come una sorta di esperienza immersiva, fortemente coinvolgente per lo spettatore.
Dopo oltre 20 anni di assenza torna a Roma in autunno una mostra dedicata al maestro.